Sri Lanka. Parco spegne i cellulari. Per i leopardi

Sri Lanka. Parco spegne i cellulari. Per i leopardi

L'area protetta di Yala, il luogo al mondo con la più alta concentrazione di questi felini, si isolerà nelle ore di safari. Obiettivo, impedire le comunicazioni tra jeep dopo che da una di queste parte il primo avvistamento: troppo spesso la "caccia" che ne segue provoca investimento e morte degli animali.

Bando todale dei cellulari all'interno di un parco nazionale. A difesa dei leopardi. E' il provvedimento che sta per entrare in vigore nello Yala National Park, un'area protetta di poco meno di 1.000 chilometri quadrati, situata a 290 chilometri a Sud della capitale Colombo. E' il più importante "safari park" dell'isola, in particolare per la sua popolazione del più affascinante forse tra i grandi felini, di cui si stima l'area ospiti la più alta concentrazione per chilometro quadro del pianeta, nonché per le importanti presenze di elefanti, orsi e cervidi.
Il motivo non è il primo che istintivamente potrebbe saltare alla mente, quello di non disturbare gli animali con rumori molesti, perturbando in qualche modo il loro habitat, ma quello di  salvaguardare la loro stessa incolumità, che l'uso dei cellulari mette seriamente, seppure indirettamente, a repentaglio. Secondo quanto sostiene il dipartimento governativo deputato all'ambiente, infatti, il cellulare altro non è che lo strumento chiave della caccia - sia pure di semplice avvistamento e se si vuole paparazzamento - degli splendidi animali, lo strumento con il quale le sempre più affollate carovane di fuoristrada comunicano da un lato all'altro del parco l'avvistamento delle "prede" più affascinanti, con i leopardi al vertice della piramide. Chi ha frequentato un safari, anche in Africa, sa come funziona: il singolo tour operator o gruppo parte con 3-4 jeep, le vetture si sparpagliano, fino a quando un gruppo (una guida o uno dei turisti) avvista l'animale agognato e comincia la comunicazione via radio o via cellulare. Immaginate il tutto moltiplicato per i diversi gruppi che simultaneamente battono un'area comunque non infinita e ormai frequentata da oltre 100 mila visitatori stranieri, ed ecco la "corsa" selvaggia alla preda, con il risultato delle numerose vittime a 4 zampe lasciate sul terreno proprio in seguito a investimenti d'auto.

Fonte: Repubblica

  15 Luglio 2015
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