Cesti magici e pasticci energetici

Cesti magici e pasticci energetici

Cesti magici e pasticci energetici

Cesti magici e pasticci energetici - sperimentare semplici tecnologie energetiche divertendosi: laboratori di Mazingira ad Expo

30 Novembre ore 14:30. Eccoci ad EXPO. L'accogliente Cascina Triulza ci ospita per una giornata di laboratori e seminari.

E noi di Mazingira abbiamo deciso di sporcarci un po' le mani per cercare di spiegare concretamente ad alcuni studenti trentini come un pasticcio di carta possa in realtà nascondere altro, come un piccolo esperimento possa aiutarci ad aiutare. Con materiale riciclato e gratuito, un po' di inventiva, una bacinella d'acqua, qualche semplice strumento di laboratorio e voglia di sperimentare, oggi proveremo a ricreare e mettere alla prova due tecnologie semplicissime che alcuni gruppi femminili dei villaggi degli Udzungwa in Tanzania utilizzano giornalmente per migliorare le vite delle loro famiglie. 

Impiastricciando con acqua, carta riciclata, segatura, foglie secche e semi da prato, che somigliano un po' alla pula di riso tanto abbondante nei villaggi dove lavoriamo, ci improvvisiamo produttori di briquettes. Ma cosa sono i briquettes?

Nei villaggi degli Udzungwa, nella Tanzania centro-meridionale circa il 98% delle persone utilizzano legna da ardere per cucinare, spesso bruciandola fra tre pietre su cui posano le pentole. Questo modo tradizionale di cucinare altamente inefficiente ha gravi ripercussioni sull'ambiente, producendo deforestazione e degrado delle foreste vicine, e sulla salute, sviluppando fumi tossici che avvelenano soprattutto donne e bambini. Perciò lavorando assieme alle donne degli Udzungwa stiamo cercando di introdurre tecnologie nuove, semplici, efficienti e poco costose per ridurre l'impatto sull'ambiente e i rischi sulla salute.

I briquette sono una di queste tecnologie semplici, efficienti e poco costose. In sostanza dei grossi pellets di biomassa di scarto, si costruiscono con materiale disponibile gratuitamente nei villaggi: carta riciclata dei quaderni scolastici, segatura dei falegnami locali, pula di riso presente in ammassi abbandonati lungo le strade che viene utilizzata solo da chi cuoce i mattoni, foglie secche che la Natura dona con generosità e acqua che scende dalla foresta, anche questa in abbondanza. Le donne impastano assieme questi materiali, pestandoli nei loro mortai in cui spulano il riso. Alla fine ricavano una pasta morbida e compatta che viene introdotta in cilindri bucati per spremere via l'acqua grazie a grosse presse a mano di legno che il progetto "Udzungwa: una foresta per tutti", co-finanziato dal Servizio Emigrazione e Solidarietà Internazionale della PAT, ha donato a 14 villaggi dell'area. L'intero processo alla pressa si conclude con l'espulsione di un briquette cilindrico compatto e privato d'acqua in eccesso che viene seccato al sole. I briquette prodotti vengono usati in bracieri di terracotta al posto del carbone. Bruciano lentamente, sviluppano un gran calore e non producono fumo, perciò sono una valida alternativa alla legna da ardere e al carbone, perché proteggono l'ambiente e la salute di chi li usa.

Nel nostro laboratorio abbiamo fatto una cosa simile. Prima abbiamo guardato assieme un video per capire cosa fosse questa tecnologia e a chi e cosa servisse. Poi abbiamo impastato assieme acqua e varie biomasse di scarto (carta riciclata, segatura, foglie secche private delle nervature più grosse). Con pestelli di legno le abbiamo amalgamate ben bene e poi con scolaposate, colini, coperchi di barattoli e batticarne abbiamo tolto l'acqua in eccesso dall'impasto per ottenere dei briquette cilindrici come in Tanzania, belli pronti per seccare al sole e per dare energia.

Un'altra tecnologia che abbiamo sperimentato è il "cesto magico" detto anche cesto coibentato. Anche in questo caso la tecnologia in questione è stata introdotta da un video esplicativo in cui si vedevano donne intrecciare paglia per costruire cesti che venivano in seguito isolati internamente con vario materiale: stracci, fibre vegetali, kapok. Il cesto magico non è altro che un grosso thermos trasportabile, dove la pentola con il cibo portato ad ebollizione viene tolta dal fuoco e introdotta. La pentola viene completamente avvolta nel materiale isolante e il cesto viene chiuso con un coperchio per evitare il più possibile che il calore si disperda all'esterno. Il cibo continua a cuocere all'interno del cesto grazie al calore immagazzinato . Anche questa semplice tecnologia aiuta a risparmiare legna e carbone e a ridurre i fumi domestici nocivi alla salute.

Con gli studenti trentini abbiamo costruito semplici cesti utilizzando diversi materiali (cotone, lana, pelo, gomma piuma), testandoli poi con termometri a filo per capire quale fosse il migliore isolante. Lana e pelo hanno mantenuto una temperatura maggiore più a lungo.

Provando, sperimentando e impiastricciando abbiamo così imparato qualcosa di nuovo su alcuni villaggi della Tanzania, su le loro problematiche energetiche e su alcune semplici soluzioni da poter utilizzare.

Silvia Ricci (PhD)

Trento Science Museum

Association Mazingira

Corso del Lavoro e della Scienza 3

38122, Trento

Italy

Email: associazione.mazingira@gmail.com

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silvia.ricci@muse.it

Mob. : +39 3201992969

  10 Novembre 2015
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