ALESSANDRA VOLANI

ALESSANDRA VOLANI

OPERATRICE DI PACE

Ho studiato diritti umani all'universitĂ  di Padova e mi sono specializzata con un master in operatore di pace - mediatore dei conflitti a Bolzano. La voglia di conoscere la realtĂ  di chi lotta per i diritti umani, oltre la teoria e la carta stampata, mi ha portato in Palestina e in Grecia con Operazione Colomba, a Rimini con le persone senza fissa dimora. In Bosnia Erzegovina ho condotto una ricerca sulle tecniche narrative per la mediazione dei conflitti nella comunitĂ . Da agosto 2014 sono Campaign manager di Operation Daywork e coordinatrice per la zona Trentino. La passione per il teatro, la danza e le percussioni africane colora le mie giornate in terra trentina.

Parola d'ordine: diritti umani e giustizia

Il mio primo incontro con i giovani di Operation Daywork (OD) ha luogo nelle colline a sud di Hebron, in Palestina. Agosto 2011: vivo nel villaggio di At-Tuwani dove supporto con Operazione Colomba la resistenza nonviolenta dei suoi abitanti e mi ritrovo ad organizzare l’arrivo del team di OD che vuole incontrare il Comitato di resistenza nonviolenta e conoscere il contesto locale. Il Peace Media Lab, costruito con i proventi della giornata d’azione degli studenti altoatesini, è frequentato dai giovani di At-Tuwani e dei villaggi limitrofi. Poter usufruire liberamente del computer e dell’attrezzatura audio video permette alle nuove generazioni palestinesi di avere gli strumenti necessari per tutelarsi e supportare la scelta nonviolenta della loro comunità. Conosco quei giovani per nome e vedo con i miei occhi il cambiamento generato da questo gesto solidale.

L’anno successivo ritrovo a sorpresa i ragazzi di OD al Pippo Stage di Bolzano. Al centro giovanile i membri del Consiglio hanno organizzato una serata, questa volta per dare voce al gruppo Adopt Srebrenica, giovani bosniaci poco più grandi di loro che promuovono il dialogo e la rinascita della loro cittadina, gravemente colpita dai tragici eventi degli anni ’90. Se il primo approccio a OD è piuttosto casuale, questo secondo incontro mi mette una pulce nell’orecchio: trovo sempre lo zampino dei giovani di OD proprio laddove ho la possibilità di ascoltare

storie di autentica cittadinanza attiva, qual è quella degli amici di Srebrenica. Sarà un caso?

Tra studi e volontariato, proseguo la ricerca di lavoro in una realtà in cui potermi riconoscere e promuovere nella società civile l’impegno e l’attenzione verso i diritti umani e la giustizia.

A maggio 2014 partecipo all’assemblea generale di OD, nel corso della quale vengono presentati ai giovani votanti i progetti candidati al sostegno da parte degli studenti attraverso la giornata d’azione. Qualche giorno prima ho preso parte all’intervista per il ruolo di coordinatrice dell’associazione e vengo invitata alla giornata di scelta del progetto. Cerco di mettere da parte il desiderio di conoscere il verdetto del colloquio, che è stato davvero tosto considerando che sono stata intervistata da circa 12 giovani di OD! Ascolto la discussione tra gli studenti e mi rendo subito conto di quanto questi ragazzi siano consapevoli e abbiano elaborato una visione critica del mondo della cooperazione: si discute di sostenibilità, solidarietà, sviluppo. Torno a casa soddisfatta per aver conosciuto dei giovani cittadini così determinati, persino nelle modalità di gestione e guida del processo decisionale della loro associazione. Sono infatti loro a scegliere il progetto da sostenere e sempre loro ad organizzare le attività di sensibilizzazione nelle scuole e gli eventi sul territorio. D’altronde chi può sapere quali sono le modalità più efficaci per approcciarsi ai giovani se non i loro coetanei? Sono entusiasta e allo stesso tempo anche un po’ preoccupata all’idea di essere scelta per lavorare in questa realtà: che responsabilità!

Fortunatamente questo piacevole e non sempre semplice compito oggi posso condividerlo con la mia collega. Evelyn Zelger è la coordinatrice, mentre a me i giovani hanno affidato il compito di Campaign manager dell’associazione. Assieme ad Evelyn, ex membro del Consiglio di OD, 19 anni e una competenza professionale che assieme alla sua grande motivazione, fanno di lei un’autentica forza della natura, ho iniziato un ricchissimo percorso di crescita, all’interno di un ambiente dove la creatività e la motivazione vengono valorizzate.

Il progetto votato dai giovani quest’anno ha luogo in Albania, a nord nei villaggi vicino a Shkodër. Supportando il lavoro dell’associazione Hapa te Lehte - in italiano passi leggeri, verrà aperto un centro di

ascolto per donne e minori vittime di violenza domestica e sarà inoltre promossa una campagna di sensibilizzazione e formazione al personale pubblico e nelle scuole del distretto di Pukë.

In estate io e la coordinatrice, assieme al volontario di OD, abbiamo intrapreso il viaggio in Albania per incontrare le nostre partner locali e conoscere il contesto albanese. Già da qui è iniziato il lavoro di elaborazione dei materiali didattici per la campagna di sensibilizzazione. In seguito all’organizzazione di workshops formativi sui temi salienti della campagna con i membri del Consiglio di OD, saranno proprio questi ultimi ad andare nelle scuole superiori a parlarne ai loro coetanei e motivarli ad attivarsi per trovare un lavoro il 24 aprile alla giornata d’azione. In questo modo i giovani hanno la possibilità di interfacciarsi, approfondire e promuovere conoscenza dell’Albania, la storia, la cultura ed i suoi abitanti, ma anche del fenomeno della violenza domestica e dell’empowerment della donna, in un’ottica che propone di riflettere anche e soprattutto sulla realtà italiana. All’interno di questo percorso più i ragazzi si metteranno in gioco, sfatando miti e mettendo in discussione quello che è dato per scontato, maggiore sarà la crescita e la loro presa di coscienza su quanto sia importante impegnarsi per vivere in maniera consapevole e attiva.

Oltre alla cura della campagna di sensibilizzazione, la mia avventura intrapresa con OD si arricchisce con la sfida in Trentino. A partire da ottobre sono stata incaricata di promuovere la nascita del gruppo giovani di OD Trentino. Spero di poter contribuire a far crescere una realtà attiva come quella già presente in Alto Adige e a Cesena, stimolando i giovani a pretendere di essere ascoltati nella loro società e attivarsi come cittadini che vogliono promuovere un cambiamento positivo nel mondo che sognano. Far capire a un ragazzo che lui è il protagonista di questa sfida e che assieme agli altri può veramente raggiungere risultati concreti non è semplice, abituati come siamo a subire risposte preconfezionate a domande che probabilmente non intendevamo nemmeno porci e che spesso creano confusione e rassegnazione.

Far parte attivamente di questa realtà di giovani, in cui mi sento coinvolta (sono pur sempre giovane anch’io!), rappresenta una grande occasione di vivere sulla mia pelle un percorso di crescita che farà parte del bagaglio di esperienze e risorse di tutti noi, determinati a raggiungere gli obiettivi prefissati. Questo lo dimostra non da ultima la discussione avvenuta durante la klausur di fine settembre a Funes riguardo il bisogno espresso dal Consiglio di OD di una relazione più diretta con il partner locale che si supporta e la volontà di valorizzare chi lotta per la pace e la giustizia. Quella che sembrava essere un’empasse si è invece trasformata in un cambiamento che si concretizzerà da maggio 2015 nell’assegnazione del premio diritti umani ad un’associazione, gruppo informale o movimento di persone che si impegnano nella lotta per i diritti umani.

  18 Marzo 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso