ROLANDO PIZZINI

ROLANDO PIZZINI

INSEGNANTE

Insegno religione al liceo classico "G. Prati" e alla Casa Circondariale di Trento. Sono il coordinatore della ricerca italo-australiana che ha portato alla pubblicazione della prima monografia scientifica dedicata alla figura di Angelo Confalonieri. E autore di alcuni libri fra i quali "Nel Tempo del Sogno – un prete fra gli aborigeni" (La fontana di Siloe) e curatore di "Nagoyo - la vita di don Angelo Confalonieri fra gli Aborigeni d'Australia 1846-1848" (Fondazione Museo storico del Trentino), edito anche in lingua inglese. Ho coordinato progetti di solidarietĂ  e, in Amazzonia, sto contribuendo alla conservazione di circa 200.000 ettari di foresta tropicale nella regione brasiliana di XixuaĂş XiparinĂŁ. Faccio parte dell'associazione Trentino Insieme.

Australia, il mistero dell'uomo del castello

Durante il mio ultimo viaggio in Australia fatto per portare a piena luce la vita di don Angelo Confalonieri, il primo bianco che a metà Ottocento decise di vivere con e per gli aborigeni, mi ritrovai a Lightning Ridge nel New South Wales dove incontrai, all’interno di un piccolo castello, il suo costruttore ed il suo unico abitante: Vittorio Stefanato. Stefanato, dal 1981, con la sola forza delle sue braccia, di un carriola aggiustata mille volte e di qualche utensile, ha lavorato incessantemente proprio per realizzare il castello di Lightning Ridge (Lightning Ridge è la zona dove si estrae il prezioso opale nero). La gente del posto lo chiama “Amigo’s Castle”, ma Vittorio non è spagnolo è italiano di Meduna di Livenza (Treviso), località dove nacque nel 1947 per poi trasferirsi a Cismon del Grappa ed infine, a 23 anni, in Australia spinto dai suoi sogni fatti di avventure, esplorazioni e… costruzioni di castelli.

Arrivai a Lightning Ridge non per caso ma su consiglio di amici di Myrtleford nel Victoria: Peter Revrenna, Luigi Parmesan, Franco e Marcello Dondio. Peter disse: “Vai Rolando, tempo fa ho detto a Vittorio che sarebbe arrivato un amico dal Trentino. Fatti riconoscere e lui dovrebbe farsi vedere senza che tu debba pronunciare la parola d’ordine segreta che solo pochi conoscono e che non posso rivelarti”.

Confesso che avevo un po’ di timore: macinare infiniti chilometri di asfalto e sabbia per incontrare una sorta di castellano solitario che, così raccontavano alcune testimonianze, all'arrivo della gente si nasconde e non apre le porte del castello perché la costruzione, per sua volontà, non deve essere resa impura da presenze che la visitano per curiosità o per turismo. Su Vittorio qualcuno prima di me aveva già scritto, fotografato ed addirittura realizzato dei video, ma il forte sospetto che questa figura fosse qualcosa di molto più profondo e diverso di quanto fino ad allora raccontato lo percepivo chiaramente dalle testimonianze che avevo raccolto.

Decisi quindi di provare anche se era concreto il rischio di fare un viaggio faticoso e costoso senza riuscire ad aggiungere nulla di nuovo alla vicenda. Ma, paradossalmente, era proprio il rischio che mi attirava. Del resto era andato in Australia per documentare la vita di don Angelo Confalonieri, personaggio fino ad allora praticamente sconosciuto con l’aiuto di documenti degli archivi vaticani e di un missionario trentino, padre Ferruccio Bertagnolli. Avvicinare Vittorio fu dunque un altro azzardo: il fatto è che gli azzardi hanno un forte potere su di me.

E così, spinto dalla curiosità per ciò che fuoriesce dall’ordinario, arrivai a Lightning Ridge. Là non ci misi molto a trovare la costruzione composta da torri, archi e mura. Cominciai così a chiamare ed a tentare di farmi riconoscere. E Vittorio di colpo mi apparve davanti facendomi segno di avvicinarmi. Fu l’inizio di un incontro che ancora oggi, quando ci penso, mi emoziona profondamente. Attratto ed affascinato dai modi singolari, certamente inconsueti di Vittorio, mi ritrovai dentro la costruzione, la sua costruzione! E la cosa magica fu, con il passare del tempo che mi ritrovai pure dentro il suo cuore. Il giorno successivo mi condusse, da una scala che scende dalla sala principale, nel sottosuolo dove lui ha scavato un reticolo di oltre un chilometro di gallerie; un labirinto nel quale a un certo punto ci si imbatte in resti che potrebbero essere quelli di una creatura preistorica. Ma la vera sorpresa è stato comprendere che il reticolo, assieme alla costruzione che lo sovrasta, rappresenta la sua visione dell'amicizia.

“A 23 anni, partì per l'Australia” mi confidò “era il 25 aprile” quasi sussurrandomi la liberazione che provò quando decise di tuffarsi in un Continente allora ancora possibile di avventure “ed a distanza di tanti anni ecco realizzato il mio sogno”.

Un mattino, alle 7.15 mentre stavamo sorseggiando un caffè, Vittorio improvvisamente mi aprì la sua mente ed il suo cuore: ed iniziò a parlarmi a lungo ed a ruota libera. Dal racconto della sua vita e della costruzione del castello emersero particolari che ne rivelarono persona amante della natura più indifesa, dalle formiche, ai gamberetti, al suo gatto “Cinzano on the Rocks”.

Dopo averlo ascoltato, gli chiesi dove aveva preso tutte quelle pietre per costruire la fortezza. Infatti, per chilometri, prima di giungere nella località dell’opale dal fascino unico, non mi era parso di vedere massi. “Le ho raccolte” mi rispose “andandomele a cercare, le prime a circa venti chilometri da qui e le ultime a settanta chilometri di distanza. Ecco perché non hai visto sassi, sono tutti nelle mura!”, sorrise Vittorio e da lì in poi divenne una cascata di racconti fino addirittura a rivelarmi la parola d’ordine segreta per accedere, quando vorrò, al suo castello.

“Vedi Rolando” mi disse “ogni persona, un giorno, anche l’anziano, potrà visitare, quanto ho fatto. Ora entrano solo gli amici, ma quando non ci sarò, so che entrerà chiunque e allora che almeno lo possano fare nel modo più comodo e sicuro. Per questo continuo a lavorare smussando angoli, costruendo gradini e allargando gallerie”. Gli chiesi perché non gli interessasse la

fama (a Stefanato,hanno proposto di sfruttare turisticamente il castello, ma lui ha resistito al “business”). A questa domanda mi rispose raccontandomi particolari della sua vita che mi fecero

intuire il senso di tutto. Per capire se avessi compreso davvero, uscì allora dalla stanza principale, ripercorsi gli spazi interni e quelli esterni, riguardai le mura, ridiscesi con lui nell'incredibile labirinto di gallerie. E d’improvviso nella mia mente fu tutto chiaro. Questo è un monumento all'amicizia! Il castello, infatti, ha una struttura esterna che seppur di pietra è aperta, curvilinea, non è fatta per respingere ma per attrarre. Se un giorno passerete a Lightning Ridge lo capirete. La costruzione vi sembra dire “dai entra, però piano piano, senza chiasso, con rispetto”.

E se Vittorio grazie alla parola segreta o se percepirà in voi un amico vi permetterà di ammirare la vera opera, scoprirete che essa non è solo nelle mura, nelle “esteriorità”, nel corpo visibile, ma pure negli interni, nel non-apparente, nel reticolo. Ed è tutto questo che rappresenta la sua visione del mondo, la sua sensibilità. Il castello è quindi il suo io materializzato in sassi, mura, torri, cunicoli, luoghi segreti. “Sai”, mi disse, “un giorno ogni galleria, ogni curva, ogni stanza, avrà il nome di un amico”.

Vittorio è persona speciale. Lo dicono i suoi gesti, la sua voce e la sua intenzione che è quella di donare all'umanità un'opera tutta particolare. E perché sia totalmente dono fin che lui è in vita non ci dovrà essere “business”. “Voglio che un giorno”, mi confidò, “ognuno possa giungere qui per vedere il castello, non il suo re. Dappertutto vi è infatti gente che vuole essere unicamente elogiata, ammirata, glorificata. Io non voglio cadere così in basso, voglio semplicemente che la gente possa gustarsi un luogo di pace”.

 

Quando per me giunse il momento di lasciare Lightning Ridge ci salutammo con un forte abbraccio. “Vittorio” gli chiesi “posso raccontare la tua storia?” mi guardò e sorrise “sì e scrivi ciò che vuoi”. E così dicendo mi donò la sua fiducia. Spero, un giorno, di poter ripercorrere la strada per Lightning Ridge e pronunciare a gran voce, in prossimità del castello, la parola d’ordine per veder riapparire il sorriso di Vittorio.

  27 Luglio 2015
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