FABRIZIO BETTINI

FABRIZIO BETTINI

OPERATORE DI PACE

Da oltre 20 anni mi occupo di interventi nonviolenti nei conflitti e da 18 sono volontario e operatore di Operazione Colomba (Corpo Nonviolento di Pace dell'Ass. ComunitĂ  Papa Giovanni XXIII). Ho fatto esperienze in Bosnia, Croazia, Caucaso, Palestina e Israele. Ho operato per molti anni in Kossovo. Attualmente coordino l'equipe di Operazione Colomba in Albania, che è impegnata nel tentativo di superare il problema delle vendette di sangue.

Mi presento: operatore di pace

Mi presento: sono Fabrizio Bettini di formazione tipografo, di lavoro? Un grosso punto interrogativo. Questo è quello che mi nasce in testa quando mi chiedono che lavoro svolgo. Di solito dico: “ehm ehm... sulla carta d'identità ho scritto operatore sociale”.

In verità ho fatto e faccio altro. Lavoro per Operazione Colomba il corpo nonviolento di Pace della Comunità Papa Giovanni XXIII. Difficile definire anche Operazione Colomba; anni fa nel mezzo del conflitto ex jugoslavo qualcuno cercò di indicarci una strada: “voi dovete lenire le ferite e costruire ponti”.

In pratica è proprio quello che faccio/facciamo. Per quasi dieci anni l'ho fatto sul campo vivendo nella Croazia dell'immediato dopoguerra, in Kossovo prima durante e dopo i bombardamenti del 1999, nel Caucaso lacerato dal conflitto ceceno e anche in quella zona del medio oriente che ancora definiamo Terra Santa.

L'ho fatto e lo facciamo partendo da un intuizione, avuta 22 anni fa, da Antonio e Alberto che da obiettori di coscienza hanno sentito forte il richiamo a vivere questa vocazione anche lì dove la guerra era presente. Hanno iniziato semplicemente vivendo al fianco delle vittime.

A distanza di 22 anni ancora i volontari di Operazione Colomba lo fanno.

In Albania al fianco delle vittime causate dalle vendette di sangue cercando percorsi di riconciliazione.

In Palestina nelle colline a sud di Hebron cercando di sostenere chi ha fatto della resistenza nonviolenta un metodo per chiedere e ottenere diritti insperati

In Colombia con chi ha scelto di uscire dal conflitto e dichiararsi “Comunità di Pace” e proprio per questo minacciato costantemente.

In Libano dove una tenda è la nostra casa piantata al fianco di quelle dei profughi siriani cercando di dare loro conforto e protezione, cercando anche di creare un dialogo con i Libanesi che temono una nuova guerra nel loro paese.

Partiamo semplicemente, cercando di essere vicini alle vittime, di entrambi i fronti, ma mai partigiani di una causa non nostra, allo stesso tempo cerchiamo di urlare tutte quelle ingiustizie che vediamo e che chi ci sta vicino subisce.

Cerchiamo anche di creare quei ponti di dialogo che la guerra si porta via.

Sembra un lavoro difficile il mio/il nostro ma in realtĂ  basta credere profondamente nella nonviolenza e nella condivisione. Il resto nasce dalla fantasia, dall'esperienza.

Esperienza, certo quella ho maturato, non quella di contributi di una pensione che non prenderò mai. Questa esperienza cerco di rimetterla in circolo dentro e fuori Operazione Colomba, questo è il mio lavoro.

In questo spazio cercherò di dare voce a quelle storie che non bucano lo schermo, storie di profughi, vittime di guerra ma anche di volontari e di processi di Pace e riconciliazione.

Questo sono io? Questi siamo noi “della Colomba”?

Cercherò di spiegarvelo!

  09 Marzo 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso