Jacaranda, moda made in Tanzania

Jacaranda, moda made in Tanzania

Elisa Grazioli è una giovane stilista trentina, che ha lavorato in un famoso atelier di Bologna, ma un paio di anni fa ha deciso di mollare tutto e andare volontaria in Tanzania per il Gruppo missionario Alto Garda e Ledro. In terra d'Africa ha fatto costruire un laboratorio di moda, ha insegnato a cucire, a confezionare vestiti, borse, gioielli, scarpe e altri accessori dai colori africani ma dal gusto europeo. E ora la collezione è pronta, come pure il catalogo e sono cominciate le vendite.

di Elisa Graziola

Dopo aver sistemato il laboratorio, con il necessario come mobili, tavoli, le macchine da cucire, è arrivato il momento di formare un piccolo team! Già da un paio di mesi mi sono adoperata a cercare del personale, inizialmente ho lavorato con un sarto col quale avevo già collaborato lo scorso anno, ma purtroppo lui ha un altro lavoro, ha provato ad aiutarmi ma non è costante, quindi non potendo fare affidamento su di lui, la mia ricerca ha proseguito.

Per il team di cucito, sto cercando un paio di ragazze giovani appena uscite dalla scuola da formare e due sarte già autonome. Come inizio ricerca non è andato male, ho trovato una ragazza giovane di nome Aida, che ha appena finito di frequentare un corso di cucito di nove mesi ad Iringa e con lei ho iniziato piano piano ad insegnarle a cucire diritto, mantenere sempre il centimetro di cucitura, a far si che le misure corrispondano con il cartamodello, insomma quelle piccolezze che rendono il lavoro diverso tra le cose “all’africana”, come diceva sempre un padre tanzaniano e le cose all’europea. Ora vi starete per chiedere ma perché se ha fatto un corso di cucito non sa queste cose?

La risposta è che siamo diversi e abbiamo delle attenzioni nei dettagli differenti e così anche nel cucito. Ma con esercizi e piccole prove di accessori facili, dopo due mesi Aida ha cambiato il modo di cucire e vede le piccole le differenze, sono felice di come sta andando e la cosa che mi piace di più è vederla che ogni volta che facciamo qualcosa di nuovo lei è entusiasta di imparare. Solo che io ed Aida non possiamo mandare avanti la baracca, lei per ora si sta specializzando negli accessori, come le prime borse semplici, i porta pane e cuce parte anche delle collane che facciamo con i tessuti di scarto dai tagli dei vestiti, qui proviamo ad usufruire tutto!

Quindi la mia ricerca ha proseguito… avevo trovato una sarta, che da prima impressione è stata molto positiva, ma poi dopo due settimane ha iniziato a non venire perché doveva andare in campagna, perché pioveva…si avete letto bene, piove e perché si deve venire al lavorare? Ok si può non venire al lavorare se piove, ma avvisare no? No, non è una cosa che si usa avvisare se non si viene o se si ritarda al lavoro…quindi nulla e la sarta ha smesso di lavorare….

Successivamente ho iniziato a fare altri colloqui… che consistevano in una prova di un capo o di una borsa… è stata ardua la faccenda… la precisione non era nelle qualità delle ultime tre sarte, anche uomini ho visto non solo donne sia chiaro.

Sulla precisione ci si può lavorare e quindi migliorare ma se la persona non si accorge dell’errore o ancora meglio per lei non è un errore la cucitura storta o le misure che non corrispondono non è facile… ma la cosa più frustrante è che neanche ai colloqui la puntualità e la serietà nell’eseguire le prove era presente e quindi mi sono chiesta, ma se sono così ad una prova per dimostrare il proprio lavoro, come saranno al lavoro? E così dopo due settimane di colloqui andati male mi sono un po’ amareggiata.

Comunque non mi sono persa d’animo e son andata a chiedere consigli nel cercare le persone alle Suore della Consolata, che è un ordine di suore italiane, le quali hanno delle scuole di cucito e mi hanno dato dei suggerimenti di due ragazze. Cecilia, altra ragazza che da poco ha finito la scuola, ha un carattere molto bello e attenta alla puntualità e al lavoro, sta ancora imparando ma anche lei le piacciono le cose che facciamo e quindi è entusiasta di imparare cose nuove.

L’altra ragazza invece si chiama Giorgina, ha già 30 anni e vari anni di cucito alle spalle, quindi lei è autonoma, molto educata e pure lei rispettosa del lavoro e dell’orario, non mi è sembrato vero di trovare delle persone così. Già perché solo poche settimane fa ero un po’ avvilita dalle persone che avevo incontrato… ma poi per fortuna c’è stata una svolta! E per ultimo ho trovato anche un sarto, che lui stesso quando ero appena ritornata qui a settembre si era offerto di lavorare, ma era ancora presto e quindi ora che è arrivato il momento ha fatto dei campioni e devo dire che è un signor sarto!

Quindi per ora i team è completo! Aida e Cecilia, sono le due ragazze giovani che stanno crescendo, le quali realizzano gli accessori e gli abiti più semplici. Giorgina e “il sarto” lo chiamiamo così, sono quelli che cuciono i capi della collezione, tra cui il sarto cuce a casa sua, perché ha un bel laboratorio anche lui, ed il mio non è grandissimo… se fossimo tutti assieme ci pesteremmo i piedi!

In fine c’è anche Debora, che è una sarta con molta esperienza alle spalle, ma con gli accessori ha iniziato con me a cucire borse, pochette e altri accessori bizzarri, come li definisce lei. Inizialmente, quando le portavo il primo campione cucito o un campione fatto di carta mi guardava e diceva “Elisa Elisa… ma cosa mi fai cucire???” e poi una volta realizzato sorrideva e mi diceva, “Sei furba, alla fine i tuoi accessori sono belli!”, già vedere per credere! All’inizio è stata dura anche con lei, perché una borsa non era mai, ma dico mai, uguale all’altra, ma poi con pazienza e spiegandole bene l’importanza che le borse fossero uguali siamo arrivate ad un comune obiettivo! Ed ora io sono felice perché il lavoro che ritiro da lei è sempre buono e lei è felice perché lavora!

Ed ora vi chiederete ma i capi dove li vendi? Per ora all’interno del B&B in quale vivo ad Iringa, che si chiama Mama Iringa, c’è un negozietto nel quale ho messo i primi capi di Jacaranda. Ma non solo ad Iringa, in questa settimana mi trovo a Zanzibar, perché ho avuto un incontro con una boutique di un noto resort del nord di Zanzibar “Diamonds La Gemmadell’Est” , la quale ha preso una parte di collezione in prova.

In piĂą sono stata a vedere i negozi di una ragazza che ho incontrato un paio di mesi fa, che mi ha richiesto inizialmente gli accessori ed ora vuole anche dei miei capi, quindi per la metĂ  di aprile le
farò avere un nuovo ordine di capi Jacaranda. Questa ragazza si chiama Francesca e con suo marito ha fondato "Frasi Africa", ovvero una linea di t-shirt, interamente fatta in Tanzania con dei soggetti africani.

Sono davvero felice, per ora ho trovato due punti vendita che mi danno la possibilità di provare a mettere in mostra la mia collezione e a breve porterò qualche capo anche in Italia, anche perché verso il 19 aprile sarò a Trento per un mese, quindi chi fosse interessato si prepari!

Che dire… sono davvero felice di questo inizio, anche se non è facilissimo ma ci provo… direi che la parte più difficile sono i conti!!! Fare i prezzi, mettere tutto in quelle caselle ed usare Excel per me è davvero dura… ma devo dire che ho molte persone che mi danno un aiuto, chi a incasellare e a fare conti, chi a sostenermi emotivamente dopo i colloqui disastrosi, chi a realizzare nuove idee della collezione… ora stiamo lavorando su un paio di t-shirt speciali, siamo ancora ai prototipi, piano piano vi svelerò il tutto!!

Ora vi lascio ad alcune foto… alla prossima!!!

Per leggere la biografia di Elisa Grazioli: BIOGRAFIA

  10 Aprile 2015
Centro per la Cooperazione Internazionale
Forum Trentino per la Pace e i Diritti Umani
Osservatorio balcani e caucaso